N comentar a les lites provinziales 2008 de Davide Bondoni
Data: 30 October 2008 da les 14:45:18
Tema: Politica



Identità e politica

Queste elezioni non dimostrano le carenze del partito ladino, ma la disomogeineità delle genti ladine che non si sentono ancora una 

de Davide Bondoni

Chiedo scusa se mi permetto di intervenire in una questione in cui sono stato per lo più estraneo, ma volevo provare a fornire una possibile chiave interpretativa del risultato sconfortante ottenuto dal partito ladino nelle recenti elezioni bolzanine. Io non vedo la cosa in tinte così fosche. Queste elezioni, certo, ci dicono che non solo i sud-tirolesi in genere non sentono come loro la questione ladina, ma che gli stessi ladini non hanno sufficiente convinzione in loro stessi. L’unità ladina, prima che essere amministrativa, formale, deve essere materiale[1]. Deve sgorgare dal tessuto vitale delle valli sellane, deve essere una loro intima necessità.

 



 Per far ciò, però, bisogna preliminarmente superare i particolarismi dei singoli comuni per far emergere dai ladini stessi un profondo senso di unità, il sentimento di appartenere ad un singolo ceppo, ad una singola nazione. E solo allora, cercare di concretizzare questo difficile concetto equilibrando universale e particolare. L’unità deve nascere dal basso, non essere imposta dall’alto. E’ un concetto culturale più che politico.
Anche nella storia tout court, il concetto di nazione come distinto da quello di stato emerge solo a partire dall’età moderna. Prima, il fatto di cadere nella giurisdizione dello stesso governante non implicava di sè stesso l’avere qualcosa di materiale in comune.
          Voglio dire che non è necessario correre da soli per dimostrare di essere un popolo omogeneo. Lo si può e lo si deve fare, indipendentemente da quale partito sia quello predominante. Queste elezioni non dimostrano le carenze del partito ladino, ma la disomogeneità delle genti ladine che non si sentono ancora una. Che non sono ancora pronte per lottare per la propria indipendenza.
Il fatto, che ad Egna possano avere votato in pochi la coalizione ladina è ancora comprensibile (anche se triste, denotando una chiusura ai problemi dei propri vicini di casa), ma non ad Ortisei o a Selva. Lì, le mancate preferenze suonano come una pugnalata alle spalle a chi si prodiga per i singolari valori ladini; non è sconcertante solo per i politici, ma per tutti coloro che hanno lavorato e lavorano per l’identità ladina negli istituti, nelle riviste o nel proprio focolare.  
          Tuttavia, pur sentendomi in parte tradito (pur non essendo ladino), invito coloro che hanno saputo dare un’unità almeno formale e politica alle genti ladine, a non scoraggiarsi. Forse, non saranno loro a vedere i ladini finalmente riuniti, ma certamente hanno posto le fondamenta perchè ciò avvenga. Un sentito grazie per il coraggio e l’onestà intellettuale mostrata in questi giorni. Mi permetto di chiudere con i versi immortali del poeta; l’eroe finirà sul patibolo ma le Fiandre seguendo il suo esempio conquisteranno la libertà da lui tanto agognata:
Ich sterbe fur die Freiheit
Für die ich lebte und focht (Goethe).
   

[1] Con l’opposizione di formale a materiale non mi rifaccio a concetti dell’esperire comune, ma a dei precisi concetti logico-filosofici.








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